LA STIRPE DI MORGIANO
Parole di tredici dei canti con musica del maestro Fabio Ceccanti e versione vernacolare. E’ possibile visionare alcuni brani del musical prodotto e diretto da Sergio Pietra Caprina seguendo il link sotto indicato:
La stirpe di Morgiano
CORO CONTRO LA VIOLENZA
Nun c'è più scampo dalla bestia nera
se nun ti spara, ti fa finì 'n galera,
l'orrore è 'ntorno a noi, gente stremata,
la notte eterna sopra noi è calata.
Vedere i bimbi, sciupati dalla fame
che chiedan disperati un po' di pane,
vedere giovani un dì grandi e possenti
ridotti pelle e ossa dalli stenti.
Non c'è più lacrime
ne' nostri occhi,
non c'è più sangue
ne’ nostri cuor.
Ecce homo, si disse a Cristo 'n croce,
per dillo qui nun c'è nemmen la voce,
nun c'è mani a scavà la terra dura
per dare a' morti degna seportura.
S'ammazzano ir fratello cor fratello
piantando 'n gola 'na lama di 'ortello.
Di sangue tutto ir mondo ora si bagna
e la donna si fa, per fame, cagna.
L'Italia è morta, nell'onore morta,
lottiam, suvvia, per l'Italia risorta.
Non c'è più lacrime
ne' nostri occhi,
non c'è più sangue
ne’ nostri cuor.
CANTO IN ONORE DEI MORTI IN TERRA STRANIERA
Guerra crudele, che massacri ir mondo
e i giovani disperdi in tutte terre,
partiron servi dell'impero infame,
piangan le madri pei figli lontani.
Le lacrime vi facciano affogare,
vili fascisti, per tutto ir terrore
che avete seminato nei paesi
in nome dell'onore.
Se neve e sabbia coprano quei corpi
e nissuno po' dagli seportura,
la corpa è vostra e der vostro duce,
l'avete voi mandati alla ventura.
La sabbia secchi quella vostra bocca,
cani bastardi, per i nostri morti
che lasciate lontano da' parenti
e gli negate amore.
Gli avete dato scarpe di cartone
e non han che gallette da mangiare,
anco ir tedesco gli nega una razione,
eppure lo chiamate anco alleato.
E le gallette vi vadin di traverso,
vigliacchi infami, per la loro sorte
che avete seminato in vita vostra
sortanto odio e morte!
CANTO IN ONORE DEI PARTIGIANI
Lassù sur monte bianco di neve
fa la su' guerra ir partigiano,
fucile in spalla, ir passo lieve,
guarda ir nemico laggiù lontano.
Ir vento soffia nella pianura,
gelido ir viso, di foco ir core,
ir partigiano nun ha paura,
se va a morire, è per amore.
Ama la terra in dove è nato,
ama ir profumo di libertà
ama la donna che ha lasciato
ama la vita, la volontà.
Va giù dar monte di neve bianco,
scorre veloce ir sangue ardito.
Ir cielo è grigio, ir passo stanco,
sopra ir grilletto già pronto è ir dito.
Ir vento spenge la su' folata,
smette di battere forte ir petto,
riverso casca, l'erba è gelata,
candidi fiocchi sono ir su' letto.
Amò la terra dov'era nato,
amò ir profumo di libertà,
amò la donna che ha lasciato,
amò la vita che se ne va.
CORO CONTRO LA MISERIA E LA FAME
Gli anni più belli
la guerra ci ha rubato.
Di giorno in giorno,
se si guarda intorno,
morte e tristezza
la vita ci ha lasciato.
A noi che ci rimane?
Né risate né giochi.
Spersi nel mondo
con la faccia mesta
siamo cresciuti
in fretta e a noi nessuno
rende la gioia
dell'età più bella.
Sogni e speranze
di bimbi già cresciuti,
visi scavati
da miserie e fame.
Vergogna, mondo,
vergogna, voi signori,
strappate a' bimbi
il loro girotondo,
volete guerra
e tutti giù per terra!
CANTO DI SPERANZA PER L'AVVENIRE DEI FIGLI
Figlioli miei,
ascortate 'na mamma
che niente ha,
solo un po' di speranza.
Vorrei con voi
dare un senso alla vita,
vorrei per voi
acchiappare la luna
perché nun c'è
dignità nella guerra
perché nun c'è,
nun c'è pace ora in terra.
Chi dice che
la ricchezza è potere
forse nun sa
che c'è anco l'amore.
Vi vorrei dà
tutto l'oro der mondo,
ma voglio dì
che c'è un bene profondo:
è l'onestà,
ir coraggio di vive',
è la bontà
che fa l'omo più grande.
Felicità
nun la fo con le mani,
ma spero che
sia migliore ir domani.
CANTO RIVOLUZIONARIO DI LIVORNO
Semo pronti a morire
per amor de' figlioli,
semo pronti a lottare
per la nostra città.
Voi volete l'impero,
li mandate alla guerra
come bestie ar macello,
ma Livorno 'un ci sta.
Su, fàmosi sentire
da questi macellai,
arto si arzi ir grido
levatevi di qua!
Via, leviamo la voce
contro que' manganelli,
arziamo la bandiera
di nostra volontà.
Nun avemo paura
di combatte' i sopprusi,
sempre più forte è in noi
la voglia di lottà.
Su, fàmosi sentire
da questi macellai,
arto si arzi ir grido
levatevi di qua!
CANTO A LIVORNO
E’ stato utilizzato il soprariportato canto composto per “I meticci del Garbino”
CANTO D'AMORE PER IL FIGLIO
Sotto il ponte
der cielo c'è la luna
e stelle in cielo
ce ne sta a milioni,
ma ne manca una,
un giorno m'è apparita
qui sur mi' petto
e illuminò la vita.
Duro è ir destino,
nissuni pò sapere
qual è la sorte,
ma mamma è qui con te
fino alla morte.
Canta ormai ir gallo
e la notte sciama,
è l'ora, bimbo bello,
arzati 'n piedi,
ormai la vita chiama.
CANTO DELLA MADRE PER IL FIGLIO MORTO
Or ora, bimbo mio, io ti vedevo
giocare spensierato coi compagni,
di baci e di 'arezze ti 'oprivo,
d'amaro pianto ir core ora mi bagni,
ora che, bimbo mio, nun siei più vivo.
Dormi l'urtimo sonno,
angiolo mio,
pace in eterno a te,
ne prego Dio.
Ho nell'orecchi sempre la tu' voce,
l'allegro cinguettio d'un passerotto
mi 'asca drent'ar core come un sasso.
Da vivere a morì ci corre un passo,
dalla morte alla vita nun c'è strada.
Dormi l'urtimo sonno,
angiolo mio,
pace in eterno a te,
ne prego Dio.
DUETTO D'AMORE DI ALBERTO E ARTEMISIA
ALBERTO T'ho ritrovato, amore, e nun pensavo
che ci fusse 'na 'osa tanto bella,
fra i visi della gente ti cercavo.
t'ho ritrovato, amor, siei la mi' stella.
ARTEMISIA Io t'aspettavo, presa dar dispetto
e quer tormento, credi, 'un era lieve
ché fra l'amore e l'odio, m'hanno detto,
ir passo è spesso un passo breve breve.
ALBERTO Che tu m'odiassi, bimba, io ci credo
e d'esse' odiato nun mi garba punto,
ma m'ami anco di più, questo lo vedo,
ti voglio bene anch'io e questo è 'r sunto.
ARTEMISIA Te mi vedi 'osì, gonfia di vita,
e questo basta: assieme cresceremo
ir bimbo 'he nascerà, nun son pentita,
e tutti l'artri che via via faremo.
INSIEME Sempre 'osì, abbracciati e d'amore,
sempre 'osì, cor pensiero ner core
che assieme semo tutto, soli niente,
che assieme semo noi, noi solamente.
CANTO DI ALBERTO PER L'AMORE PERDUTO
Io c'avevo un tesoro fra le mane,
era fo'osa e bona come ir pane,
chiamami come voi, sono un vigliacco,
degno di rintanammi come un biacco.
Brutto 'mbecille che nun sono artro!
Come un bimbetto mi son comportato,
lei 'nvece è donna, donna tutta intiera
donna sincera, orgogliosa e fiera.
Artemisia, lo so che ho sbagliato
e sola cor un figlio t'ho lassato.
L'omo va a caccia, poi si sa, si stanca,
ma quella bimba là, quanto mi manca!
CANTO CONTRO GLI INVASORI
La mattina dell'undici maggio
con il sole che spande il suo raggio
sull'ardito popolo in lotta,
la speranza di mettere in rotta
il nemico crudele e spietato
si disperde attraverso la breccia
che fa entrare la lurida feccia.
Il cuore di Livorno s'è spezzato
ma certamente si riprenderà,
l'onore non può esser cancellato
in chi combatte per la libertà.
È furtiva la tenebra nera
sugli arditi e la loro bandiera.
Tra la gente si conta i caduti
con gli sguardi attoniti e muti.
Ma più forte si leva un invito:
il Paese sia libero e unito!
Il cuore di Livorno s'è spezzato
ma certamente si riprenderà,
l'onore non può esser cancellato
in chi combatte per la libertà.
CANTO RIVOLUZIONARIO DI ARTEMISIA
Semo pronti a morire
per amor de' figlioli,
semo pronti a lottare
per la nostra città.
Voi volete l'impero,
li mandate alla guerra
come bestie ar macello,
ma Livorno 'un ci sta.
Su, fàmosi sentire
da questi macellai,
arto si arzi ir grido
levatevi di qua!
Via, leviamo la voce
contro que' manganelli,
arziamo la bandiera
di nostra volontà.
Nun avemo paura
di combatte' i sopprusi,
sempre più forte è in noi
la voglia di lottà.
Su, fàmosi sentire
da questi macellai,
arto si arzi ir grido
levatevi di qua!