CHI SEI TU, DONNA

(Depositata presso la SIAE, sezione Musica. La parte musicale è stata composta dal maestro Bruno Mosti)

Chi sei, tu, donna,
nascosta nei pensieri del mio uomo,
sei un profumo, una voce senza suono
che dividi con me cento illusioni
che come me lo odi e lo perdoni.

Non hai corpo, lo so,
io ti ho creato, per dare un senso all’infelicità
e per vivere nel tempo che mi è dato,
credo a un fantasma, a una banalità.

Lo caccerei,
se lui non mi guardasse così muto,
se non mi catturasse in un minuto;
invece mi conquista e se ne va.

Lo caccerei,
se non stringesse forte le mie mani
ed io gli presto il cuore per domani
e sto con lui.

Chi sei tu, donna,
sei l’attesa di ore che durano in eterno
e il mio destino è quì, in questo inferno
che corre e dietro a sé non lascia niente,
solo un gran vuoto nel cuore e nella mente.

Non hai corpo, lo so,
io ti ho creato, per dare un senso all›
e per vivere nel tempo che mi è dato,
credo a un fantasma, a una banalità.

Lo caccerei.....

VENT’, NIENTE PIÙ



Chi dice che a vent’ non si muore
cosa inutile lungo i marciapiedi,
fantasma della notte che ti vuole
coprire con le stelle che non vedi.

Il silenzio si fa meno profondo,
ti scoppia in testa la felicità,
dura un momento, il tempo della luna,
e poi com’è venuta se ne va.

È morto così,
il corpo magro e senza dignità,
è morto qui
in un portone sporco di città.

Complice il buio assassino se n’è andato
tre passi dalla luce e dalla vita
ed ora sul suo braccio abbandonato
si legge il segno ch’è proprio finita!

Il buio della notte è più profondo
chiuso per sempre nel sonno della pace
il suo tormento finalmente tace
e gira, come sempre, questo mondo.

È morto così,
il corpo magro e senza dignità,
è morto quì
in un sipario triste di città.

CANZONE È



Canzone è...
fantasia di una storia già antica
che colora d’azzurro i miei pensieri
e parla solo quando s’innamora.

Tacitamente l’ho sentita
e non la canto più a nessuno
perché non trovo più quelle parole
che sfuggono nell’aria come fumo.

Pensiero vagabondo che non vuoi
uscire dal cassetto che ti chiude,
rivestire di voce i sentimenti,
volare nell’amore che t’illude.

Prigioniera io sono nella mente,
catturata da mille frenesie,
ma nel rapporto a due non valgo niente,
una straniera persa per le vie.

Ho rinunciato a dirti che ti amo
e tu non l›hai capito in altro modo
e mentre ti allontani, noi chi siamo?
Due che hanno perso
un’occasione d'oro!

Pensiero vagabondo che non vuoi
uscire dal cassetto che ti chiude
rivestire di voce i sentimenti,
volare nell’amore che t’illude.

LA MACCHINA DEI SOGNI


Ho smarrito i miei sogni
in una strad
tra gente senza nome
che passa frettolosa
e indifferente
e parla, parla,
ma non dice niente.

Dietro l angolo
appena una carezza
di sole
sui marciapiedi
ingombri di miseria.

Una ragazza profuma
di viole
e vende la sua carne
che non conosce amore
solo per pochi soldi;
ha perduto memoria
di quella prima volta:
sempre così,
per quanto si ricordi.

E passa e va
la macchina dei sogni
e dei sospiri,
vende milioni ai poveri,
la pelle bianca ai negri,
il paradiso agli atei,
la gloria ai megalomani.

Sui muri freddi
i manifesti annunciano
beni in gran quantità
un ragazzino strappa
la sua dose promessa
di felicità.

Che vale questa vita
di speranze perdute
se un volo di gabbiano
non mi porta più in lÀ
del mio portone?

Col mio sacco
di pensieri stracciati,
di parole svendute
cerco il mio posto al mondo,
cerco la mia illusione.

COSA C È CHE NON VA


Cosa c'è che non va nella tua voce?
Le parole, le stesse di ogni giorno,
un po  più spente, gli occhi senza luce
inquieti che si perdono qui intorno.

Cosa c' è che non va nella tua vita?
Ti sento ormai lontana con la mente,
vuoi dirmi forse che fra noi è finita,
ma dalle labbra non ti esce niente.

Avvicinati a me, regalami un sorriso
da mettere nel cuore per sognare
l immagine serena del tuo viso,
le labbra dolci, le mani nelle mani.

Lasciami il tuo profumo e va  per la tua via,
amare è perderti e non cercarti più.
Se tu non sei felice, se non sei più mia
voglio senz altro quello che vuoi tu.

Nel cielo muore il canto del mattino,
si scioglie il nodo della mia tortura.
Spegnere sui tuoi passi il mio cammino
e restar solo con la mia paura
a contare i rintocchi del destino.

Avvicinati a me, regalami un sorriso
da mettere nel cuore per sognare,
l immagine serena del tuo viso
le labbra dolci, le mani nelle mani.

Lasciami il tuo profumo, vai lontano,
amarti forte è renderti felice,
tremo un poco stringendoti la mano,
ma quanto soffro il cuore non lo dice.

LIBERTÀ


Verrà la notte
a piedi scalzi per non far rumore,
ti poggerà la mano sopra il cuore
carezzando i capelli sul cuscino.

E dormirai
il dolce sonno della primavera
sull ala di un gabbiano nella sera
che grida a tutti la sua libertà.

Libertà, libertà...
lo zaino sulle spalle e una canzone
il cielo, il mare e la dolce emozione,
scoprire il mondo e la tua verità.

Verrà il mattino,
e avrà lo sguardo duro senza luce
che incatena i tuoi giorni e la tua voce
e nega una carezza alla speranza.

Un pensiero che fugge al suo destino
sullo sbadiglio freddo di un mattino,
nel palpito sfocato delle stelle
e il sogno muore senza libertà.

Libertà, libertà...
lo zaino sulle spalle e una canzone
il cielo, il mare e la dolce emozione,
scoprire un mondo senza verità.

TORNO A CASA TUTTE LE SERE


Torno a casa tutte le sere
puntuale come un uomo per bene,
le pantofole ai piedi davanti alla tivù,
ascolto le tue scene
fai rabbia ma ti amo un po' di più.

Non so dire di no
ai tuoi capricci dolci come il miele,
donna dalle pretese di bambina,
ti accontenti di niente e chiedi il sole.

Non c è bisogno di tante parole
per dire al mondo che ti amo,
nei tuoi occhi ti si legge l anima:
ogni istante d amore diventa nullità.

L ultima volta, Dio, com eri bella!
Mentre dicevi addio con noncuranza
con te s è spenta l ultima scintilla,
ho chiuso il mondo fuori della stanza.

A te che importa
se il mio dolore è fondo come il mare
ascolto il gran silenzio del tuo cuore
che a passi lievi va verso la fine.

Torno a casa tutte le sere
fedele ad un ricordo solitario,
le pantofole ai piedi davanti alla tivù,
di amarti ancora nonostante tutto
mi dispiace, non lo sopporto più.
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